La crioconservazione degli ovociti per la preservazione della fertilità femminile, è una tecnica ancora poco conosciuta dal grande pubblico eppure è riconosciuta dalle più importanti società scientifiche internazionali e l’Italia ne è leader. Questa possibilità non solo è quindi una realtà, ma diventa una prerogativa indispensabile di un sistema sanitario polifunzionale che si faccia carico della qualità della vita futura delle pazienti. Tante sono le donne che possono potenzialmente usufruire della crioconservazione ovocitaria. Basti pensare come le nuove strategie antitumorali hanno portato negli ultimi anni ad un progressivo aumento della sopravvivenza delle giovani donne affette da neoplasie. L’entità del danno al potenziale riproduttivo di queste terapie è variabile e dipende dall’età della donna, dal tipo di trattamento oncologico e dalla dimensione iniziale della riserva follicolare ovarica. Sul piano psicologico è chiaro però che la prospettiva della perdita del potenziale riproduttivo aumenta lo stress cui sono sottoposte le pazienti, preoccupate dal rischio di un peggioramento della qualità di vita anche a lungo termine. Altri importanti ambiti applicativi della crioconservazione degli ovociti allo scopo di preservare la fertilità sono: il trattamento dell’endometriosi severa, interventi chirurgici invasivi alle ovaie, storia familiare di esaurimento ovarico precoce. Tutte queste pazienti corrono un rischio aumentato di esaurimento precoce della funzione ovarica (anche in giovanissima età). In ultima analisi la disponibilità, anche per le donne, di uno strumento efficace per la preservazione della loro fertilità può essere inteso come un moderno concetto di equità sociale tecno-scientifica relativamente alla sfera riproduttiva, consentendo una pianificazione della gravidanza nei diversi scenari e contesti sociali e del vissuto della specifica donna. Lo scopo di questo convegno, sarà di descrivere le indicazioni al congelamento ovocitario e i risultati ad oggi ottenuti con diversi specialisti quali oncologi, ginecologi, biologi e psicoterapeuti; inquadrare il problema della bassa natalità del nostro paese da un punto epidemiologico ed illustrare da un punto di vista giuridico la possibilità e la modalità per accedere a questa metodica in Italia.
PROGRAMMA
8.30 – 9.00 Registrazione dei partecipanti
9.00 – 9.10 Benvenuto e introduzione generale Filippo Maria Ubaldi
Indicazioni alla preservazione della fertilità
Moderatore: Mauro Schimberni, Filippo Maria Ubaldi
9.10 – 9.30 Aspetti psicologici e sociali legati al posticipo della maternità nella donna moderna: Maurizio Bini
9.30 – 9.45 Pazienti oncologiche candidate al congelamento ovocitario: Giovanni Codacci Pisanelli
9.45 – 10.00 Pazienti ginecologiche candidate al congelamento ovocitario: Filippo Maria Ubaldi
10.00 – 10.15 Pazienti che desiderano posticipare la maternità per ragioni sociali: Andrea Borini
10.15 – 10.35 Discussione generale
Risultati del congelamento ovocitario
Moderatore: Mauro Schimberni, Filippo Maria Ubaldi
10.35 – 10.50 Efficacia della tecnica di congelamento ovocitario: Laura Rienzi
10.50 – 11.20 Coffe break
Legislatura Italiana
Moderatore: Maria Paola Costantini
11.20 – 11.40 Come si inquadra il congelamento ovocitario nella nostra giurisprudenza: Filomena Gallo
Tavola rotonda
Moderatore: Ilaria D’Amico
11.40 – 12.30 Intervista e racconto di un caso clinico insieme a Filippo Ubaldi e Maurizio Bini
12.30 – 13.00 Discussione generale
13.00 – 13.30 Conoscere per scegliere: Annalisa Manduca
13.30 – 14.00 Lunch
L’incontro è aperto al pubblico e si terrà al MACRO in via Nizza 138 a Roma. Per prenotare (il numero dei posti è limitato) bisogna iscriversi a questo link