La decisione presa oggi dalla Corte Costituzionale finalmente porrà fine al triste fenomeno delle coppie che sono costrette ad andare all’estero per curarsi. Ricordo che, da un’indagine recentemente condotta dall’Osservatorio sul Turismo procreativo, sono più di 4.000 l’anno, e in continuo aumento. E che, tra l’altro, sempre per le restrizioni della legge ’40, andavano completamente allo sbaraglio, perché i medici italiani non potevano dare indicazioni sui centri più affidabili. Era quello il vero Far West! Ora spetta alla politica prenderne atto, e ricordarsi che l’Europa non vuole solo dire moneta unica, ma anche diritti condivisi. In altri Stati infatti l’eterologa è ammessa, e ben regolamentata.
Persino la Corte di Strasburgo nel 2012 aveva criticato la legge 40, condannandola per la violazione dei diritti dell’uomo.
La politica deve dunque dettare nuove regole, ma, mi auguro,in modo laico e pragmatico, senza farsi condizionare da moralismi che né di legale (come abbiamo visto) né di scientifico hanno alcunché.
E’ bene ricordare comunque che la decisione riguarda solo le coppie di maggiorenni di sesso diverso, coniugate o conviventi, in età potenzialmente fertile, con partners entrambi viventi. Non è quindi per single, coppie omossessuali o “mamme-nonne” come sono state definite. Meglio specificarlo, per evitare facili strumentalizzazioni. La donazione dei gameti sarà inoltre gratuita e anonima, mediante un percorso di consenso informato e con l’ausilio del medico.
Aspettiamo ora che vengano decise le regole che tutelino l’anonimato dei donatori, che quasi tutti i Paesi garantiscono.
L’applicazione in Italia da parte dei Centri non sarà poi immediata: bisogna, per esempio, ricostituire le banche del seme.