BOLOGNA – Lo stop del decreto legge sulla fecondazione eterologa, messo a punto dal ministro della salute Beatrice Lorenzin e fermato venerdì prima di essere presentato al Consiglio dei ministri, ha colto tutti di sorpresa in Emilia-Romagna. I centri, pubblici e privati, che fanno procreazione medicalmente assistita, stavano appunto aspettando le direttive ministeriali per procedere all’unisono dopo la sentenza della Corte costituzionale che nell’aprile scorso aveva dichiarato illegittimo il divieto di utilizzare gameti (ovuli o spermatozoi) da un donatore. Le stava aspettando anche l’assessorato alla salute della Regione, dove lunedì infatti si farà il punto della situazione, di natura tecnica, sulla vicenda per capire come muoversi. In viale Aldo Moro vogliono capire se a questo punto è necessario un intervento della Regione e, nel caso, se questo intervento rientra nelle attività concesse dall’amministrazione ordinaria in cui si trova dopo le dimissioni del governatore Errani. Nel frattempo i centri privati procedono. E quello pubblico del Sant’Orsola attende.
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